Ieri una persona, conoscendo il mio animo indipendentista, mi ha fatto una battuta infelice:”finalmente sarai contento!!! La Valle D’Aosta ha chiuso le frontiere…” Al di là di queste parole che, data la drammaticità della situazione, si commentano da sole, mi sono ritrovato per l’ennesima volta a spiegare il concetto di autodeterminazione con conseguente indipendenza. L’indipendenza non é una volontà di chiusura, bensì di apertura verso il mondo. I figli della Vallée d’Aoste devono essere certi della loro cultura, non da salvaguardare con “tradizioni e folklore”, bensì da approfondire e condividere. Una cultura sviluppatasi nei secoli grazie a una percezione del mondo diversa, né migliore né peggiore, semplicemente diversa. Una cultura sulla quale basare la nostra economia, il nostro sviluppo sociale fatto di progresso e equità, di rispetto per ogni singola specificità delle nostre realtà. Finché queste scelte verranno imposte da uno stato centralizzatore e miseramente filtrate da una finta autonomia il nostro popolo imploderà fino a uniformarsi a un qualcosa che non gli appartiene. La grazia di un mosaico è data dalla differenza di ciascuna tessera che lo compone, questa é l’Europa dei popoli solidali tra loro che vogliamo, non un intonaco monocromo delle banche e stati nazionali egoisti.
Christian Sarteur pour Pays d’Aoste Souverain… 🖤❤️